lunedì, maggio 21, 2007

Paul, Mick e gli altri di Ken Loach



Inghilterra, 1995: in uno scalo ferroviario nel sud dello Yorkshire. Un giorno Harpic, il capo scalo, comunica a Paul, a Mick e al resto del gruppo che è stato deciso un cambiamento di proprietà: l'attività che loro svolgono esce dalle ferrovie dello Stato e passa sotto un'azienda privata con la formulazione di una nuova 'missione' operativa. Lo sbandamento é forte: si prospetta una situazione con paga a prestazione, ferie non retribuite e cure sanitarie non garantite. L'alternativa è dare le dimissioni, incassare subito l'indennità speciale prevista e diventare lavoratori occasionali al servizio di agenzie private. Dopo molte discussioni, Paul e John firmano per le dimissioni. Gli altri tre restano, ma vengono licenziati quando il reparto chiude. Restando tra loro in contatto, gli operai riescono ad essere ingaggiati per altri lavori: ma sempre si pone il problema dell'orario, del tipo di intervento richiesto, delle condizioni di sicurezza... continua su Cinema scuola (a cura municipio di Reggio Emilia)

11 Comments:

At 3:39 PM, Anonymous Anonimo said...

A differenza di Riff Raff, questo film è come ci si aspetta che sia un film sul lavoro, abbastanza noioso, senza particolari colpi di scena e prevedibile sul piano della trama. Inoltre in Paul, MIck e gli altri vi sono alcuni termini tecnici e il 90% delle inquadrature riguardano gli ambienti lavorativi, questo rende il film poco scorrevole e difficile da seguire.
Introduce la storia di questo gruppo di operai che si vedono cambiare nome della società, compiti, orari, condizioni e abitudini praticamente ogni settimana; nello stessa impresa lavorano anche operai di imprese concorrenti che saranno i primi a subire le conseguenze della privatizzazione.
Pian piano quindi questa società perde i suoi lavoratori, alcuni di questi vi lavoravano da 25 anni, e si trova come avversario sul punto di vista della concorrenza le nuove agenzie interinali, che non danno garanzie ai lavoratori, non danno ferie pagate, tento meno indennità di malattia, ma assicurano una paga molto più elevata a condizione che si lavori al massimo dell’efficienza (15 sterline all’ora contro le 8 percepite dai lavoratori fissi).
Nei primi minuti del film viene mostrato un video ai lavoratori per spiegargli le modifiche che avverranno all’interno della società, in particolare alla massima efficienza dei lavoratori perché: il successo della trasformazione dipende dai lavoratori! Al centro di tutto ci sono i clienti, che bisogna soddisfare nel miglior modo possibile attraverso contini cambiamenti e miglioramenti.
Il lavoro flessibile ovviamente non dava nessun tipo di garanzia, e anche nel film ci sono lavoratori a favore e contro questo tipo di contratto, che da un lato permettere la conciliazione di più attività, uno stipendio elevato e orari ridotti; dall’altro non da nessuna garanzia al lavoratore, siano queste garanzie dal punto di vista della sicurezza o dei sindacati, siano queste garanzie sulla continuità dell’attività lavorativa.

 
At 11:56 AM, Anonymous Anonimo said...

Come il precedente film Rif-Raf di Ken Loach anche il seguente film the Navigators o in italiano Paul, Mick e gli altri di Ken Loach tratta il tema del lavoro, ma in modo forse più dettagliato e freddamente schematico cosa che comunque rappresenta in modo veritiero l’ambiente lavorativo.
Qui si tratta di discutere se le privatizzazioni e la flessibilità nuocciono o meno al lavoratore e alla società in generale. Beh la privatizzazione delle imprese e il primo tema del film in quanto l’impresa che viene “fotografata” nel film è un’impresa statale, pubblica in poche parole che opera nel settore ferroviario, che per aumentare il margine di profitto viene privatizzata e questo comporta già dei piccoli problemi ai lavoratori che sin quando l’impresa era statale avevano diciamo un posto fisso e sicuro con una paga oraria di 8 sterline,( ma sicuro), diventando impresa privata il posto non era più fisso in quanto come si vede nel video propinato ai lavoratori dai massimi dirigenti chi non è produttivo e redditizio veniva estromesso dal settore e a sua volta tagliato fuori dal mercato, e se l’impresa viene tagliata fuori di conseguenza anche chi ci lavora ci rimette, un impresa deve farsi una buona clientela e per fare ciò deve svolgere bene, anzi benissimo il lavoro che gli viene assegnato e non solo farlo come veniva fatto precedentemente. Per quanto concerne i sindacati, questi non esistono più e tanto meno le concessioni che vennero concesse ai lavoratori come la storia di non dover timbrare il cartellino la domenica, ma anzi mentre prima lo si timbrava solo all’entrata ora lo si deve timbrare anche al momento dell’uscita del turno, e questa diciamo è la goccia che fa inclinare ulteriormente i rapporti tra il datore e i lavoratori che erano già tesi di per se. molti si licenziano e si rivolgono alle agenzie interinali per trovare qualche impiego anche se non con contratti a tempo indeterminato, diciamo che erano contratti come i nostri co.co.co o i vecchi co.co.pro. questi contratti non prevedevano assegni di malattia, non comprendevano ferie pagate, gli abiti di lavoro bisognava procurarseli da se, perché l’impresa non gli forniva. Il film l’ho trovato non poco pesante per la complessità dei suoi innumerevoli passaggi , ma come ho detto in apertura e un film dettagliato rispetto a rif-raf, per quanto riguarda la flessibilità la trovo una cosa stressante e che porta continua angoscia a causa del futuro incerto, sulle privatizzazioni in verità non penso molto a riguardo se proprio si deve bene, però la trovo una cosa con un certo margine di rischio i posti di lavoro pubblico a mio avviso sono più sicuri.

 
At 11:56 AM, Anonymous Anonimo said...

The Navigators. Paul, Mick e gli altri di Ken Loach.

Il film di Ken Loach tratta il tema del lavoro e le problematiche che possono esserci se non vengono rispettate tutte le norme. Agli operai viene comunicato continuamente un cambiamento della società. Con la privatizzazione dell’azienda vengono revocati tutti gli accordi presi con il sindacato degli operai che perdono tutto il potere che avevano e chiunque si contrapponga a questo deve lasciare il lavoro oppure accettare il fatto che le nuove regole siano queste. La nuova società che ha acquistato l’azienda stabilisce delle nuove regole: dovrà esserci un protocollo d’emissione, in altre parole un documento che serve per protocollare i lavori che devono essere svolti dagli operai. Ai lavoratori viene proiettato un filmato per spiegare loro quale sarà la missione operativa della società che ha preso in gestione la manutenzione dell’azienda: al centro di tutto c’è sempre il cliente, verranno attuate delle trasformazioni nelle ferrovie attraverso i cambiamenti e i miglioramenti continui e il successo dipende dai lavoratori che devono dare il massimo. Alcuni operai, non essendo d’accordo, lasciano il lavoro avvalendosi del fatto che se non hanno ferie danno il permesso retribuito. Non hanno più il permesso di fare straordinario e hanno salari troppo bassi, 8 sterline giornaliere per 40 ore settimanali. Si rivolgono ad un’agenzia di lavoro temporaneo perché la paga oraria è doppia se lavori fuori, 15 sterline, però non si hanno ferie, niente malattia, gli abiti da lavoro e le tasse devono essere pagati dagli operai, non si lavora in sicurezza. Tutte le fabbriche metalmeccaniche o hanno chiuso o si sono automatizzate, quindi l’unica soluzione è un lavoro flessibile.

 
At 12:10 PM, Anonymous Anonimo said...

Il film “Paul, Mick e gli altri” di Ken Loach , tratta la storia di una squadra di lavoratori dipendenti delle ferrovie dello Stato dello Yorkshire con un posto statale sicuro e garantito e con alcuni diritti sindacali presi grazie ad accordi nazionali con i rappresentanti sindacalisti; sino a quando non avviene la privatizzazione dell’azienda, che viene trasformata in “East Midlands Infrastructures”.
I lavoratori non sono più dipendenti quindi delle ferrovie ma della nuova società che prende in appalto i lavori dei binari, dando come paga oraria 8 sterline, per un lavoro totale di 40 ore settimanali. Ora non hanno però più diritto alle ferie, e se avranno bisogno di permessi non verranno retribuiti. Alcuni dei lavoratori abbandonano il posto di lavoro per andare a finire in un lavoro interinale di cui neanche tutti riescono ad essere presi, e in più a differenza di quando erano dipendenti statali non sono più coperti da assicurazioni sociali o assegni di malattia. L’entrata nella nuova società viene presentata attraverso un video ai lavoratori in cui viene pubblicizzata la trasformazione delle ferrovie che dovrà avvenire grazie al loro lavoro, perché loro sono diventati gli “addetti alla manutenzione delle infrastrutture”, che dovranno entrare in un nuovo mercato, contendersi i clienti, e migliorare in continuazione il servizio e la produttività. Alcuni dei lavoratori decidono però di abbandonare il lavoro in quanto non hanno più vantaggi e la paga percepita è inferiore a quella che offrono altre agenzie. Con la nuova società i sindacati hanno perso potere e se a uno dei dipendenti non sta bene il fatto di non avere diritti sindacali è libero di lasciare il lavoro, favorendo così lo svilupparsi di una nuova classe dirigente sui lavoratori.
A parer mio il film è stato un po’ pesante in quanto trattava solo il tema del lavoro e non vi era qualche altra “storia nella storia” che alleggeriva così il film rendendolo più scorrevole.

 
At 11:44 AM, Anonymous Anonimo said...

Premetto, visto che l’altra volta sono stata un po’ troppo negativa sul mio commento questa volta cercherò di non esserlo….
Questo secondo film visto mi è piaciuto meno rispetto all’altro. Ho recepito meno da parte del regista il messaggio riguardante la sicurezza sul lavoro(nonostante alla fine del film ci fosse un incidente che poi si è tramutato in morte), che secondo me è stata messa in risalto maggiormente nel film precedente.
Una cosa che mi ha fatto molto sorridere però è stata una frase:i decessi devono rientrare nella norma(non la ricordo con precisione)…bhè almeno si sono resi conto che offrivano ai lavoratori un impiego privo di sicurezza!!!!!!!!!
Mentre invece è stato stabilito da subito il fatto che i lavori fissi non esistevano più ma il lavoro c’era comunque per tutti(almeno per il momento), come è stato anche per gli accordi e per chi non fosse d’accordo con queste nuove regole poste con la privatizzazione la porta era aperta.
Lo scopo principale era di mettere le fondamenta per il futuro,aumentare la produttività, infatti nel video proiettato ai lavoratori il punto da toccare maggiormente era:cosa vuole la clientela?
Nel loro ambiente di lavoro quindi i lavoratori dovevano accettare quel che gli veniva offerto anche perché avendo delle famiglie a carico non potevano fare altrimenti. Mi ha colpito molto il fatto che la moglie di Paul pretendesse più di quel che lui già garantiva a lei e alle figlie. Dovendo mettere sù casa non poteva assolutamente permettersi di darle di più, e lei anziché ostacolare la vita dell’ex marito poteva cercarsi un lavoro… ma Paul viene fregato perché gli vengono detratte 110 sterline dalla paga successiva, tanto che decide di abbondare quel lavoro:un lavoro flessibile in quanto la data di scadenza si poteva presentare da un momento all’altro, che comprendeva 40 ore settimanali per 8 sterline l’ora e non offriva assicurazioni sociali, le ferie non erano pagate e di assegni di malattia non se ne parlava…tutti svantaggi per il lavoratore tanto che Paul fu il primo a lasciare quel lavoro puntandone un altro retribuito 15 sterline l’ora.
Ma comunque per i colleghi rimasti si respirava aria di licenziamento(con 12 settimane di preavviso) e non potendo tirar avanti Mick riceve dalla moglie il suggerimento di tornare a lavorare nelle fabbriche metal meccaniche (non sopportando l’idea di vederlo tutta la giornata in casa) ma purtroppo per loro o avevano chiuso o erano state automatizzate. E cosa resta da fare se non rivolgersi ad una agenzia di lavoro temporaneo?Cattive notizie!!!Non si sente dire proprio ciò che sperava….E ritrovandosi tutti quanti o quasi tutti a lavorare sempre in ambito ferroviario, una spiacevole sorpresa li attendeva:dovendo lavorare anche la notte quel giorno i rischi ovviamente erano maggiori e Jim ci lascia le penne investito da un treno e gli amici per far sì che non venisse fatta un inchiesta che li consideri gli unici responsabili fingono che sia stato un incidente d’auto a provocare la sua morte…Ci credo che poi sono negativa di fronte a queste cose!!!!

 
At 10:23 PM, Anonymous Anonimo said...

Bene, eccomi qua dopo aver visto un altro film di Ken Loach dal titolo Paul, Mick e gli altri ad esporre la mia relazione di venti righe e a lasciare il mio commento personale.
Premessa: QUESTO FILM NON MI è PIACIUTO!
Il confronto con l’altro film è inevitabile, nonostante la tematica sia la stessa,questa volta è stata rappresentata in modo troppo pesante,troppo tecnico,troppo impegnativo e poco scorrevole nel complesso. Questo lato negativo ha permesso comunque di mettere in evidenza un lato più tecnico più pratico che ha meglio reso l’idea degli effetti della privatizzazione, concentrandosi sul contesto lavorativo e non allargandosi alla vita di tutti i giorni o almeno non quanto Riff-Raff.
Un gruppo di operai svolgono la loro attività da dipendenti statali in uno scalo ferroviario,ma un giorno le cose cambiano, il capo convoca tutti gli operai e comunica che presto si sarebbe verificato un cambiamento ai vertici dell’azienda, che da pubblica sarebbe diventata presto privata, ora spettava a loro scegliere se restare o presentare le loro dimissioni incassare la liquidazione e diventare un disoccupato qualunque al comodo servizio dei privati; qualcuno si è dimesso subito altri hanno preferito restare.. altri non hanno avuto la possibilità di scegliere(sempre che di scelta si possa parlare), è il caso degli operai di imprese concorrenti che vengono gentilmente invitati ad andarsene, ormai erano concorrenti…”nemici”…
Le nuove agenzie non garantivano ferie pagate, malattie ma assicuravano un paga decisamente maggiore.. 15 sterline in confronto alle vecchie 8, a condizione che venga tenuta alta l’efficienza della società che deve essere in grado di soddisfare in tutto e per tutto i clienti..
Restare invece significava vivere una situazione lavorativa complessa senza misure di sicurezza e con la scomparsa degli accordi sindacali.
Ken Loach firma il suo film con la morte di un operaio travolto da un treno mentre lavorava.. OPS volevo dire da una macchina….
Inoltre la teoria “ti sto affianco finché le tasche me lo permettono” si è verificata anche questa volta… infatti Paul che ha una famiglia e una vita da ricostruirsi decide di mettersi al servizio dei privati…

 
At 11:18 PM, Anonymous Anonimo said...

Il film “Paul, Mick e gli altri” narra la storia di un gruppo di operai delle ferrovie che si ritrovano a essere, dopo un processo di privatizzazione, non più dipendenti statali, ma dipendenti di società private.
Per gli operai è dura! In certi sensi pur continuando a eseguire le stesse mansioni è come se il lavoro sia cambiato; si richiede maggiore efficienza, più serietà, insomma il rispetto delle regole prima di tutto(penso sia un obbligo per il lavoratore)! Le regole di una nuova classe dirigente per la quale la parola d’ordine è massimizzare il profitto, anche a discapito dei lavoratori; certo un bel modo di combattere l’assenteismo, il mancato rispetto degli orari, conseguendo così un miglioramento della produttività, però le condizioni del lavoratore come cambiano? Peggiorano.. non più diritti sindacali che ormai hanno perso il potere, le paghe sempre basse e se si vuole continuare a lavorare meglio non lamentarsi altrimenti si è fuori!
Il lavoratore non può far valere i suoi diritti, mentre l’azienda naturalmente pretende e soprattutto vuole conseguire i suoi interessi; perciò il prodotto offerto sul mercato deve attirare la clientela e soprattutto mantenerla garantendo il miglior servizio presente in circolazione.
La soluzione per l’operaio è semplice: continuare a essere sfruttato per pochi soldi oppure abbandonare un posto di lavoro sicuro e affidarsi a un agenzia di lavoro interinale con il vantaggio di riscuotere delle retribuzioni più alte anche se quando non servi più sei mandato a spasso.. e durante il periodo della prestazione lavorativa nessuna indennità di malattia o assicurazione e le ferie.. quelle si possono benissimo scordare.
Il film è stato un tantino pesante, non penso di poter dire che non mi sia piaciuto perché non credo che questo genere di film siano fatti per piacere al pubblico, infondo il succo del film o meglio tutto il film è incentrato sulla tematica del lavoro perciò non si può pretendere niente di entusiasmante; l’interesse del regista è quello di mettere in luce solamente la realtà così come è, e non di rendere piacevole la visione. Sicuramente è stato a dir poco noioso anche se ha messo in evidenza ciò che hanno comportato le privatizzazioni, pochi vantaggi e soprattutto svantaggi, naturalmente dal punto di vista del lavoratore.

 
At 12:52 PM, Anonymous Anonimo said...

The Navigator, molto diverso da Riff Raff, si può dire che tratta in modo molto consistente del tema del lavoro anche in modo, secondo me, molto insistente. Sicuramente perché vuole che il suo pubblico, e soprattutto chiunque si affacci sul mondo del lavoro, riesca a capire quali sono i problemi che riguardano tutti i lavoratori, con le varie problematiche che riguardano sia lavoro flessibile, dove i lavoratori nonostante la loro retribuzione sia un po’ più alta devono essere disponibili in ogni momento della giornata senza però non essere d’accordo altrimenti verrebbero licenziati, invece con un posto sicuro i lavoratori sono sicuri che ogni mese vengano pagati anche se la paga sia molto bassa (circa 8 sterline all’ora). Ken cerca di far notare come gli operai non si accorgono del problema, infatti, gli operai all'inizio non si preoccupano dei cambiamenti in atto, li prendono con leggerezza e ci ridono talvolta sopra, poi pian piano si rendono conto che si tratta di una cosa seria, gli effetti diventano devastanti sulle loro vite. I lavoratori, affidatisi ad agenzie di lavoro temporaneo, si ritrovano allo sbando, senza più diritti e tutele: niente più ferie retribuite, contributi pensionistici, assegni di malattia e assicurazione sanitaria. E anche il sindacato non ha più voce in capitolo, non ha la forza di resistere e di protestare per l’eliminazione dello stato sociale. Tutti questi problemi fanno si che si formi una sorta di egoismo gli operai, appunto il cercare di sopravvivere crea forti tensioni a scapito dell'amicizia e dell'unità, al contrario di Riff Raff dove gli operai si aiutavano gli uni con gli altri, ci si adegua alle leggi del libero mercato e trionfa la competizione. Con un finale per l’appunto drammatico perché può essere solo in questa maniera che potrebbe finire, vista la situazione. Secondo me risalta molto la realtà questo film infatti bisognerebbe sempre tenersi informarti sui cambiamenti in atto e si deve far di tutto per ritrovare la solidarietà tra lavoratori, perché solo la coesione e lo spirito di gruppo possono aiutare ad attraversare i momenti difficili tra gli operai.

 
At 12:53 PM, Anonymous Anonimo said...

Credo che il film Paul, Mick e gli altri sia stato un film molto noioso, un altro tentativo del regista di riproporre la situazione lavorativa e sociale dell’ Inghilterra ma stavolta in un’età contemporanea (già fatto nel film Riff Raff), con una trama assolutamente banale, noiosa e prevedibile; priva di colpi di scena il tutto condita con due uniche musiche che si alternavano nel film. È banale perché propone sempre dei lavoratori disgraziati, non solo nella vita personale ma anche in quella lavorativa poiché la loro impresa cambia gestione, e con questa nuova gestione che naturalmente rappresenta l’antagonista della storia (prevedibile e banale), arrivano i problemi, poiché i dipendenti perdono ogni sicurezza sul lavoro. Il tutto inizia tutto quando gli viene consegnato un protocollo di missione che prevede delle modifiche ben precise sul lavoro, come ad esempio il numero di decessi massimo, ossia due l’anno; queste modifiche aumentano sempre di più questo comporta il licenziamento di qualunque persona non sia produttiva perché l’unico interesse per la nuova gestione è la clientela. La nuova gestione è rappresentata da un amministratore delegato, che naturalmente va subito a scontrarsi con i sindacati, che vedono giorno dopo giorno perdere ogni possibilità di raggiungere un accordo, e per tanto perdono potere perché la filosofia dell’amministratore è “chiunque si metta in mezzo fra loro (ossia l’impresa) e il cambiamento è fuori ”. Naturalmente c’è chi lo accetta e c’è chi si licenzia, proprio all’interno del gruppo di “Paul, Mick e gli altri”, siccome alcuni (che poi sono quelli che si licenzieranno) si lasciano forviare dalle parole di un loro ex collega, che promette loro un lavoro assicurato e una paga di quindici sterline all’ora, ma naturalmente questi non fanno i conti con la problematica della flessibilità, e per tanto la perdita di qualsiasi sicurezza in materia di provvidenza, ferie ecc. (situazione riscontrabile anche nell’Italia contemporanea grazie all’introduzione della legge Biagi) il film finisce con la morte scontata di uno dei lavoratori.

 
At 1:15 PM, Anonymous Anonimo said...

Il film Paul, Mick e gli altri, è un film che parla di un gruppo di operai che lavorano nelle ferrovie di Sheffield e dopo la privatizzazione delle ferrovie inglesi si trovano a dover scegliere se continuare a lavorare per la nuova azienda che aveva incorporato la vecchia in cui lavoravano,accettando nuove condizioni o scegliere di accettar lo scivolo… In questo film si vede che gli operai non godono di tutti i diritti,infatti se per caso gli capita di beccarsi l’influenza e sono costretti a restare a casa,i giorni in cui restano a casa non verranno retribuiti….Se il datore di lavoro voleva licenziare i propri dipendenti utilizzava rilasciare un permesso di ferie non retribuito…… Un particolare del film che mi ha colpito molto è la proiezione di un filmato all’interno del film in cui viene mostrato agli operai come funzioneranno le nuove ferrovie e mi ha colpito molto anche la frase che viene detta all’interno del filmato: “per stare sul mercato bisogna finire il proprio lavoro e soprattutto bisogna farlo bene!!!”…..Una cosa che mi ha dato molto fastidio invece è stato quando il nuovo proprietario stava litigando con un membro della società riguardo i sindacati,in quanto si è rivolto verso di lui dicendogli che chiunque si contrapponeva al suo volere se ne sarebbe dovuto andar via…..Dopo aver visto questo film ho notato anche alcune differenze rispetto all’altro film di Ken Loach intitolato Riff Raff ,questo l’ho trovato un po’ più complesso in quanto vengono usati numerosi termini tecnici,però allo stesso tempo anche interessante in quanto tratta problematiche esistenti accadute qualche tempo fa in Inghilterra durante il governo Tatcher…..Si vedono i cambiamenti avvenuti dopo le privatizzazioni,come si lavora all’interno delle ferrovie e i rischi e i pericoli che rischiano tutti i giorni i lavoratori che ci lavorano.

 
At 1:23 PM, Anonymous Anonimo said...

Paul, Mick e gli altri ( o The Navigators in Gran Bretagna) riprende il discorso elle privatizzazioni e della flessibilità/ precariato già visto, per esempio in riff raff, ma andando avanti nel tempo di dieci anni, quando ormai gli effetti delle scelte in campo economico – lavorativo della Thatcher sono ormai consolidate.
La storia ruota infatti su alcuni operai di un’impresa che fornisce manutenzione alle ferrovie, colpita al suo tempo dal programma di privatizzazioni.
L’impresa si trovava spesso sull’orlo della crisi, costretta diverse volte a cambiare nome e a smembrarsi in gruppi più piccoli.
La parola d’ordine è competizione: le aziende che hanno preso il controllo dell’impresa dove lavorano Paul e Mick pone come obiettivo l’assecondamento delle esigenze dei clienti e alla loro fidelizzazione, il tutto conseguibile tramite il miglioramento delle capacità dei lavoratori o, in altre parole, farli lavorare meglio e di più.
E’ però umanamente possibile che degli operai che lavorano da mattina a sera, ricevendo una paga non alta e dovendo mantenere la loro famiglia, abbiano la forza di migliorarsi?
Beh, teoricamente si (farebbero carte false pur di mantenere il loro lavoro) ma il sistema di competizione aziendale implode su sé stesso e l’impresa viene chiusa.
Paul, Mick e altri loro due colleghi si trovano perciò disoccupati da un giorno all’altro e per rientrare nel mercato del lavoro non hanno che da affidarsi alle agenzie interinali che offrono un contratto di lavoro con salario raddoppiato (rispetto al precedente) senza però la sicurezza del posto fisso o il rispetto degli standard di sicurezza o dei diritti sindacali ( cosa che comunque erano limitati anche quando avevano il posto fisso; il sindacato ,per esempio, non provava nemmeno a contestare le decisioni del datore di lavoro...)
Finché, in occasione di un lavoro notturno, un operaio del gruppo di Paul viene travolto da un treno e per evitare di perdere il loro lavoro (già precario di suo), decidono di non chiamare l’ambulanza e mentire sull’incidente, portando alla morte dell’amico.
Il rimorso per quella morte indecorosa è affievolita dal fatto che il giorno dopo avrebbero lavorato.
Insomma, tutti sono utili e nessuno è indispensabile.
Ma la cosa non deve sorprendere: l’era iperindividualista delle privatizzazioni e della “flessibilità” ha effetti devastanti sulla società, dove ogni operaio lavora da solo, facendo il lavoro che normalmente andrebbe fatto da due persone.
Per comprendere che la svolta fatta alla fine degli anni ’80 non è sbagliata, ma semplicemente eccessiva.
Se fossero stati creati tanti posti di lavoro per quanti ne sono stati tagliati, probabilmente l’economia del Paese non si sarebbe ripresa tutta in una volta, ma avrebbe certamente di buttare in mezzo alla strada migliaia di lavoratori, introducendoli nel mondo della flessibilità.
E’ tutta una questione di scelte: avere la coscienza sporca per il resto della propria vita o perdere il lavoro?
Risollevare il Paese o continuare a pagare dei dipendenti fannulloni?
Nessuna di queste possibilità. La soluzione, come la virtù, sta sempre nel mezzo.

 

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