martedì, dicembre 01, 2009

Generazione 1000 euro di Massimo Venier

"Una commedia articolata, sensibile e godibile sulla vita da precario"
A Milano un gruppo di giovani neolaureati galleggia nell'orbita dell'instabilità esistenziale. Matteo, che si definisce un luogo comune, è un genio della matematica; nelle vesti di "cultore della materia" tiene lezioni sull'insostenibilità di Gödel, ma per tirare a campare lavora nel reparto marketing di un'azienda in odore di taglio del personale. L'amico e coinquilino Francesco mette in pratica la sua passione per la settima arte facendo il proiezionista in un cinema d'essay e osserva la vita come se fosse un film, dando un voto alle cose. Lasciato dalla fidanzata tirocinante in attesa di asportare il suo primo pancreas, e perse le sicurezze economiche di un terzo inquilino che li ha appena abbandonati con un debito, Matteo si trova diviso tra la passione e la ragione - e tra due donne che entrano con impeto nella sua vita - nell'eterna sospensione d'animo..... (recensione di Tirza Bonifazi Tognazzi su Mymovies.it)

mercoledì, aprile 16, 2008

Il cacciatore di aquiloni di Marc Forster

Nel cinema vige la regola per cui quando si ricava un film da un romanzo immensamente popolare (l' esempio classico è Via col vento) per non deludere i lettori bisogna restargli fedele il più possibile. Così hanno fatto i produttori di Il cacciatore di aquiloni, scritto da un oriundo afghano emigrato politico in USA, il medico Khaled Hosseini, che nel 2003 pubblicò The Kite Runner arrivando a vendere 8 milioni di copie (di cui una rispettabile percentuale in Italia nelle edizioni Piemme). L' interesse di libro e film sta nel riassumere 25 anni di storia che hanno visto nel ' 79 l' invasione sovietica dell' Afghanistan, la decennale guerriglia che seguì, la lotta fratricida dopo il ritiro russo nell' 1989 e la crudele dittatura dei Talebani nel ' 96 per metter fine alla quale si sono mobilitate le forze dell' ONU. Amir fa pensare al Lord Jim di Conrad, colui che sconta per tutta la vita le conseguenze di un gesto di viltà. Fin da piccolo il protagonista ha avuto come compagno nelle gare degli aquiloni e in altri giochi il coetaneo Hassan servitore in casa sua .... (Tullio Kezich, Il Corriere della Sera del 28.03.2008)

lunedì, marzo 17, 2008

In questo mondo libero di Ken Loach

La globalizzazione, le ferree regole della competizione internazionale hanno imposto la creazione di una nuova organizzazione del lavoro in cui il lavoratore viene scambiato, acquistato, ceduto con la stessa facilità e rapidità con la quale si scambia, acquista, cede un pezzo di ricambio: solo quando serve. Lavoratori come merce: niente di più, niente di meno.L’ultimo film di Ken Loach, dal titolo evocativo, In questo mondo libero, è un’amara riflessione sui costi di questo modello organizzativo. Il regista inglese punta il suo sguardo sulle grigie periferie londinesi per raccontare la crisi della sicurezza del lavoro, la realtà delle agenzie di lavoro temporaneo e lo sfruttamento dei lavoratori immigrati: manovalanza a basso costo, senza voce e senza diritti. E sceglie un punto di vista differente, non quello delle vittime ma quello del carnefice.In questa storia, però, lo sfruttatore non è un bieco capitalista senza volto, non è la multinazionale invincibile che impone le regole della globalizzazione.Angie è una bella ragazza trentenne, madre single con figlio a carico. Licenziata da un’agenzia di lavoro interinale, usa le proprie capacità organizzative per sfruttare in prima persona il commercio dei lavoratori (continua su Manifesto Sardo)

martedì, febbraio 12, 2008

Il vangelo secondo Precario di S. Obino

“Il lavoro ti vincola, perderlo non ti libera”
Film prodotto dal basso, con sottoscrizioni di 10 euro raccolte su internet che danno diritto a una copia del dvd e al proprio nome nei titoli di coda, Il Vangelo secondo precario narra quattro storie di ordinaria flessibilità: Dora è una stagista televisiva a cui vengono rubate le idee, Franco è un'aspirante scrittore che per vivere fa l'agente finanziario, Mario è un avvocato che aspetta di poter diventare socio di uno studio legale e Marta fa indagini per conto dell'Ixtat. Su tutti vigila San Precario, un pugile morto per sbaglio, delegato all'archiviazione delle preghiere dei precari. Se vi aspettate un film che rimarrà nella storia del cinema non è questa l'opera che fa per voi. Se invece pensate a un progetto che si concretizza mettendo insieme forze che la società contemporanea tende sempre più ad isolare nella lotta quotidiana per la sopravvivenza allora è bene che vediate e sosteniate questo film che ci ricorda in modo semplice ma efficace che la difesa vera della famiglia la si fa difendendo i principi ma anche e soprattutto consentendo alle famiglie di formarsi. La coppia che alla fine desidera mettere al mondo un bambino sa quanto è difficile poter pensare di farlo crescere ed educarlo adeguatamente con un lavoro che oggi c'è e domani non si sa. Perché, come afferma la prima didascalia, "Il lavoro mobilita l'uomo". Dal regista e dalla sceneggiatura ci si sarebbe invece aspettato un coraggio maggiore. Perchè voler legare a tutti costi le quattro storie (4 bei cortometraggi) mediante il personaggio del pugile che rallenta il ritmo narrativo e che è improbabile come il nome del suo allenatore (Ciclamino)? Questo però non sminuisce la bontà dell'idea. Ora si è cominciato. Si può andare avanti e migliorare. Tre stelle per l'impegno profuso.
(recensione di Giancarlo Zappoli su Mymovies.it)

martedì, febbraio 05, 2008

La sanità è un lusso ? di S. Rimini (RAI Report)

Dei 26 milioni di Italiani che si presentano ogni anno spontaneamente al Pronto Soccorso, 8 su 10 non hanno patologie gravi. Potrebbero stare a casa o essere curati dal medico di famiglia, ma non conviene: una prestazione dallo specialista la paghi 120 euro, mentre al Pronto Soccorso ti costa al massimo 25 euro. Invece in America uno ci pensa due... (in questa pagina di RAI Report trovi il testo integrale e il video della puntata del 24.04.2005)

giovedì, ottobre 18, 2007

Sicko di Michael Moore

Dopo aver evidenziato i disastri provocati a Detroit dalle ristrutturazioni aziendali dell’industria automobilistica in Roger & me, dopo aver ironizzato sulla cultura della violenza che pervade gli U.S.A. in Bowling a Columbine, dopo aver denunciato le magagne dell’amministrazione Bush pre- e post-11 settembre in Fahrenheit 911, il documentarista satirico e militante Michael Moore ha rivolto la sua attenzione, con Sicko, alle ingiustizie del sistema sanitario statunitense.
Tutto nasce da un invito ai cittadini americani, che il regista pubblica su internet, ad inviare le proprie esperienze negative riguardanti le compagnie di assicurazione sanitaria. La valanga di e-mail ricevute è solo l’inizio di un’inchiesta ... (continua su Ovileprigione.it)

lunedì, maggio 28, 2007

Pane e rose di Ken Loach


Clandestinamente e dopo non poche difficoltà, la giovane messicana Maya riesce ad entrare negli Stati Uniti. Qui si ricongiunge alla sorella maggiore Rosa, impiegata come donne delle pulizie in un grattacielo dove si trovano gli uffici delle più importanti compagnie d'affari di Los Angeles. Rosa vive in città da anni, è sposata con figli ma il marito sta molto male e necessita di cure costose che lei non sempre può permettersi. Rosa accompagna Maya a parlare con il responsabile dei dipendenti, un uomo senza scrupoli che impone il pugno di ferro, orari senza limite e salari ridotti all'osso. Nessuno protesta per paura di essere licenziato, e anche Maya a queste condizioni prende servizio. Non riesce però ad accettare tutto in silenzio, e così quando negli uffici si affaccia il sindacalista Sam, ritiene di doverlo seguire nel suo operato... continua su Municipio.RE

Risorse umane di Laurent Cantet


Il film muove le sue fila dal rapporto di un padre e di un figlio alle prese con un duro conflitto sindacale. Frank, laureato in economia aziendale, torna dai genitori per uno stage estivo proprio nella ditta dove, come operaio, vi lavora il padre. Molto presto Frank, che viene assegnato al reparto "Risorse umane", capisce che il suo operato servirà ad un progetto di ridefinizione dell’organigramma dell’azienda che prevederà il licenziamento di un buon numero di operai, tra i quali suo padre. Un buon film, con equilibrati apporti di senso, girato con tocco sapiente da Laurent Cantet, al suo primo lungometraggio e vincitore del Premio Nuovi Registi al San Sebastian Festival.... continua su Almaweb.unibo