mercoledì, aprile 16, 2008

Il cacciatore di aquiloni di Marc Forster

Nel cinema vige la regola per cui quando si ricava un film da un romanzo immensamente popolare (l' esempio classico è Via col vento) per non deludere i lettori bisogna restargli fedele il più possibile. Così hanno fatto i produttori di Il cacciatore di aquiloni, scritto da un oriundo afghano emigrato politico in USA, il medico Khaled Hosseini, che nel 2003 pubblicò The Kite Runner arrivando a vendere 8 milioni di copie (di cui una rispettabile percentuale in Italia nelle edizioni Piemme). L' interesse di libro e film sta nel riassumere 25 anni di storia che hanno visto nel ' 79 l' invasione sovietica dell' Afghanistan, la decennale guerriglia che seguì, la lotta fratricida dopo il ritiro russo nell' 1989 e la crudele dittatura dei Talebani nel ' 96 per metter fine alla quale si sono mobilitate le forze dell' ONU. Amir fa pensare al Lord Jim di Conrad, colui che sconta per tutta la vita le conseguenze di un gesto di viltà. Fin da piccolo il protagonista ha avuto come compagno nelle gare degli aquiloni e in altri giochi il coetaneo Hassan servitore in casa sua .... (Tullio Kezich, Il Corriere della Sera del 28.03.2008)

12 Comments:

At 1:06 PM, Anonymous Anonimo said...

Melis Daniela

Il cacciatore di aquiloni rappresenta un intermediario per far conoscere agli occidentali una realtà diversa dell’Afghanistan, una realtà dove si vive l’ esaltazione religiosa, dove si vive il movimento oscuro dei Talebani ma anche i veri valori come l’amicizia.
Racconta una storia di un amicizia fraterna tra due bambini attraverso trent’anni di storia afghana.
Amir, è un pashtun, figlio di un ricco uomo d’affari, che viveva con il padre Baba in quella che era considerata da tutti la più bella casa di Wazir Akbar Khan, un nuovo quartiere nella zona nord di Kabul.
Hassan ,è un hazara, anche lui viveva con il padre Ali, in una capanna di argilla situata del giardino della casa di Baba e Amir.
Entrambi amano molto far volare gli aquiloni , una passione che coinvolge molti ragazzi della città e molto spesso si organizzano delle sfide in cui il vincitore è colui che riesce a far restare il proprio aquilone in volo per ultimo dopo che tutti gli altri hanno avuto il filo troncato.
Il giorno più importante della città, la gara degli aquiloni, si contraddistingue per due fatti che daranno una svolta alla vita di entrambi i protagonisti: i due bambini vincono la gara degli aquiloni, ma Hassan, per recuperare quello battuto nel finale e regalarlo al suo compagno di giochi, viene sodomizzato senza pudore da tre ragazzi più grandi e soprattutto razzisti, sotto gli occhi impietriti di Amir, che però non muove un dito per salvarlo.
Col tempo, il tragico ricordo di quel giorno, diventa un ossessione per Amir, dal quel momento un senso di colpa vige in lui e cerca in tutti i modi di allontanare dalla sua vita Hassan ,cosa che ci riuscirà a fare, ingannando il padre , facendogli credere che il piccolo hazara avesse rubato il suo prezioso orologio.
Gli anni trascorrono veloci e l'Afghanistan ben presto perde quel volto innocente per trasformarsi in terreno di battaglia: prima l'avvento dei Russi e poi quello dell'esercito dei talebani.
Amir, costretto a rifugiarsi fuori da Kabul con il padre, a diciotto anni si trasferisce a San Francisco in California, dove crescerà nella comunità afgana e cercherà di dimenticare il male che ha causato ad Hassan.
Diventa uno scrittore di successo e felicemente sposato con la figlia di un colonnello afgano ,ma un giorno ricevette una telefonata da parte di un caro amico del padre e unica persona adulta che Amir avesse imparato ad ammirare da bambino .
Quella telefonata lo costringe ad affrontare il proprio passato ed a far ritorno nel suo paese d’origine.
Un viaggio di ritorno, un viaggio dentro di sé, un viaggio di penitenza, un viaggio di riscatto. Ricordi assordanti e impetuosi, sensazioni placate ma mai dimenticate. Ad attenderlo non ci sono però solo i rimorsi e i fantasmi della sua coscienza; quella che una volta era casa e patria è ora una terra di relitti umani , qui incrociare lo sguardo dei talebani, il più delle volte, significa tortura e morte; qui ora regnano paura e terrore.
Raggiunto l'Afghanistan Amir apprende con immenso spiacere che l'amico Hassan è rimasto ucciso, fucilato in mezzo ad una strada. L'ultima immagine sua che può vedere è stampata su una foto che ritrae un Hassan adulto accanto alla moglie e al loro figlio.
L’amico del padre gli racconta la storia, la vera storia di Hassan, e in quel momento i ricordi dell’infanzia si incrociano con mille domande e un'unica risposta: Hassan era suo fratello.
E quest'ultimo, ora orfano dei genitori si trova nelle mani di un terrorista talebano e Hamir si rende conto che forse, l'unico modo per trovare la liberazione di un peccato mai pagato è proprio quello di salvare il figlio del suo migliore amico e potarlo con sè.

Che dire, un film toccante, un film che ti coinvolge, una storia che rappresenta vari aspetti della vita, della personalità di chiunque, dei sentimenti che ognuno di noi vive.
Hamir e Hassan, due amici, che poi si scoprirà che sono fratelli, il primo che rappresenta il senso di colpa, la voglia di pagare un suo peccato, di prendersi le sue responsabilità anche dopo anni, la voglia di riscattare quell’amicizia, quell’unione attraverso il nipote invece il secondo quel amore e quella protezione che ha sempre provato sin da piccolo nei confronti del suo “padroncino”, un amicizia che ha sempre rispettato e difeso a costo di qualsiasi cosa.
Due bambini di due razze diverse, ma con un legame formidabile, colpito anche da dei tradimenti, in qualche modo, da parte di Hamir ma la cosa impressione è l’ ”adorazione”, il bene che provava Hassan al punto di tale di diventare suo complice quando è stato accusato dall’amico di essere un ladro.
Vari aspetti che ti colpiscono e sicuramente ti fanno riflettere anche su alcuni aspetti della vita di tutt’oggi.


Fonti:
articoli.castlerock.it/articoli_libri.php/id=3370/articolo=un-peccato-mai-espiato
www.my-libraryblog.com/2007/02/22/il-cacciatore-di-aquiloni-khaled-hosseini/
www.cinetivu.com/cinema/cinema-drammatico/recensione-il-cacciatore-di-aquiloni

 
At 1:22 PM, Anonymous Anonimo said...

Questo film è ambientato in Afghanistan, durante il periodo dell’invasione della Russia e dell’affermazione del regime teocratico imposto dai talebani. Racconta la storia di due bambini hazara, Amir e Assan. Amir è il figlio di un uomo ricco e Assan e suo padre sono i loro domestici. I due bambini diventano molto amici, Amir legge storie ad Assan che non sa leggere e insieme si divertono a tagliare e cacciare gli aquiloni, Assan era bravissimo in questo e riusciva sempre a capire dove sarebbe caduto l’aquilone tagliato. Un giorno però Amir chiese ad Assan di cacciare per lui un aquilone che avevano vinto, e l’amico per farlo felice prese l’aquilone anche se per questo fu picchiato da alcuni ragazzi pashtun. Amir aveva visto ciò che era successo ma non aveva avuto il coraggio di difendere il suo amico ed era scappato via.
Amir aveva un forte senso di colpa e per questo non riusciva più a stare con Assan e fece di tutto per mandarlo via da casa sua. Assan e suo padre se ne andarono e i due bambini non si vedranno mai più. A causa dell’invasione russa infatti, Amir e suo padre fuggono in California mentre Assan è costretto a stare in Afghanistan perchè apparteneva a una famiglia più povera che non aveva i soldi per fuggire. Solo quando Assan muore, ucciso dai talebani, Amir scopre che erano fratelli. A questo punto Amir fa di tutto per salvare il figlio di Assan, Sorhab (unico sopravvissuto della famiglia di Assan) che si trova a Kabhul nelle mani dei talebani e in questa occasione si lascia picchiare da un pashtun (come un tempo Assan aveva fatto per lui, ora lui lo faceva per il figlio di Assan).
Ho trovato molto triste la storia dei due bambini e mi hanno colpito le immagini dell’Afghanistan prima, e dopo la guerra, soprattutto se penso che ancora oggi muoiono tantissime persone uccise senza alcun motivo dai talebani che applicano un regime molto rigido nei confronti dei loro oppositori come ad esempio la lapidazione (nel film c’è una scena dove un donna viene lapidata davanti a migliaia di persone che non fanno nulla per impedire che ciò accada).
Una parte del film che più m è piaciuta è stata quella dove Amir, preso dal senso di colpa vuole far reagire Assan in modo che tutto tra loro torni come prima, per questo gli lancia delle mele ma Assan invece di reagire prende una mela e se la butta in faccia. Con questo gesto gli fa capire che per lui Amir è un amico e non gli farebbe mai del male, anzi sarebbe disposto a fare tutto per lui (come era accaduto per la caccia all’aquilone).

 
At 11:15 AM, Anonymous Anonimo said...

Il cacciatore di aquiloni, molto bello per molti aspetti,ma crudo e triste per altri. Molto importante è il fatto che mette in risalto il tema dell’ ”Amicizia”, in questo caso rappresentata proprio con la A maiuscola.Ciò che mi ha colpito di più è stato proprio questo: Un’amicizia di squadra, un’amicizia vera, inizialmente solo da un lato, da parte del bambino definito in modo dispregiativo un “ASARA” che difende il suo “piccolo padrone” Amir da tutto e da tutti, anche dai più grandi, prendendosi inoltre delle colpe per un furto non commesso (che lo stesso Amir aveva progettato per incastrarlo, preso dalla gelosia a causa delle attenzioni e della considerazione che suo padre aveva per l’amico), sempre in nome dell’amicizia finita poi con quell’episodio, ma “ritrovata” dopo tanti anni, dove a rischiare la propria vita per quell’amico, o meglio per quel ritrovato “fratello” stavolta è proprio Amir. Una vita messa a rischio per portar via da quella vita fatta di ricchezza e ipocrisia il piccolo Soriba, nipote di Amir, caduto nella trappola di coloro che credono di “applicare le regole nel modo giusto” lapidando le donne e “usando” i bambini come una sorta di fenomeni da baraccone. Pensiamo siano lontane un miglio queste scene dai nostri occhi, dai nostri tempi soprattutto, invece sono scene recentissime accadute a una minima distanza dalla distruzione delle torri gemelle nel 2001. Le tradizioni, la patria,sono importanti, ma non sono tutto come per alcuni; soprattutto quando viene messa a rischio la propria vita e se ne fa quel che si vuole

 
At 12:09 PM, Anonymous Anonimo said...

“PER TE UN MILIONE DI VOLTE!”. È questa, forse, la frase più importante e significativa del film “IL CACCIATORE DI AQUILONI”, tratto dall’omonimo romanzo di Khaled Hosseini e diretto da Mark Foster (lo stesso regista di Neverland), che tratta tanti temi, dall’amicizia alla guerra, dall’intolleranza al coraggio e che racconta la storia difficile, ambientata a Kabul, di Amir, figlio di un ricco commerciante, e di Hassan, suo inseparabile compagno di giochi e figlio del servitore della famiglia di Amir. Infatti, Hassan farebbe di tutto per far felice il suo amico, anche recuperare, un milione di volte, gli aquiloni che insieme riuscivano a far cadere durante i combattimenti tra bambini; ma la felicità dei due bambini viene contaminata da un terribile episodio che succederà ad Hassan e che, inevitabilmente, dividerà i due amici.
Con l’invasione russa dell’Afghanistan, Amir e suo padre sono costretti a fuggire in America.
Molti anni dopo, ormai adulto, Amir riceve una telefonata che lo obbliga a tornare a Kabul, dove niente è più come prima (a causa dell’invasione talebana), dove per un bambino avere dei genitori è un lusso e dove le lapidazioni e le fucilazioni sono all’ordine del giorno negli stadi e negli altri luoghi pubblici, ma soprattutto, dove gli aquiloni non volano più.
Qua, Amir scoprirà delle verità sul suo passato e su quello del suo più caro amico d’infanzia, e troverà un modo per riscattarsi del fatto di aver abbandonato Hassan dopo quel terribile avvenimento di cui lui stesso ne fu testimone tanti anni prima.

 
At 12:28 PM, Anonymous Anonimo said...

..Roberta Musanti..

IL CACCIATORE DÌ AQUILONI

Questo film racconta la storia di Amir un ragazzo che vive in California e dopo aver ricevuto una chiamata di Rahim (un vecchio amico del padre e suo confidente nel passato , quando era ancora bambino ) torna nel suo paese originario, ovvero l’ Afghanistan ,dove aveva vissuto una forte amicizia con il figlio del servo chiamato Hassan si divertivano tanto con gli aquiloni e attraverso una sfida vinta da Amir grazie l’aiuto di Hassan acquistò la fiducia del padre Baba. Successivamente padre e figlio partirono a causa della guerra per giungere negli Stati Uniti. Arrivato nel suo paese nativo lasciando sua moglie negli USA ,incontrò l’amico del padre che gli disse una cosa importantissima,ovvero che Hassan non era un servo qualunque ma era suo fratello , egli lasciò una lettera con la foto di suo figlio chiedendogli di prendersi cura di suo nipote Shorab. Amir ovviamente rimase impressionato ma fece di tutto per trovarlo , dopo una serie di avvenimenti portò suo nipote in California per vivere una vita più sicura e serena anche con sua moglie Soraya che era entusiasta dall’arrivo di Shorab, una brava ragazza che si prese tanta cura del padre di Amir prima della sua morte.

CONSIDERAZIONI PERSONALI:
Per quanto mi riguarda è stato un film molto emozionante e interessante, alcune parti del film erano davvero toccanti, l’attore che mi è piaciuto e sorpreso maggiormente è Hassan perché per il suo amico Amir faceva veramente di tutto anzi forse troppo alcune volte, era sempre gentile e premuroso nei sui confronti e lo salvaguardava in ogni momento di pericolo.

 
At 1:02 PM, Anonymous Anonimo said...

Il cacciatore di aquiloni

Il protagonista di questo film è Amir figlio di Baba. Il suo migliore amico è Hassan, che fa parte dei servitori della casa di Amir, e appartiene all’etnia inferiore del Pakistan. Entrambi partecipano alle gare di aquiloni, e amano gareggiare. Hassan che avrebbe dato tutto se stesso per il suo amico Amir subisce violenza da dei ragazzi razzisti che lo ritenevano inferiore a causa della sua razza. Amir che assiste alla scena e non agisce per vigliaccheria si allontana dall’amico a causa dei sensi di colpa. Durante la guerra sovietica Amir e suo padre si trasferiscono negli Stati Uniti, lì Amir cresce e diventa uno scrittore di successo. Riceve un giorno una telefonata dall’amico di suo padre che ha sempre creduto in lui come scrittore. Amir si reca nel paese in cui è cresciuto, e scopre che suo padre ha avuto una relazione con una serva e che Hassan era suo fratello. Scopre poi che Hassan è morto e che ha avuto un figlio. Amir fa di tutto per poter raggiungere questo bambino per portarlo negli Stati Uniti e prendersene cura

Considerazioni personali:

Secondo me questo film è molto significativo. Fa riflettere su temi come il razzismo, e come ai nostri si possa ancora parlare di razze inferiori ad altre. Fa vedere in quale mondo disastrato vivono certe persone tra la guerra; dei poveri bambini che vivono tutti insieme accolti da persone non più fortunate di loro. Secondo me Amir ha fatto di tutto per poter raggiungere e salvare il figlio di Hassan, perché nonostante ha dovuto rischiare la vita, voleva in qualche modo fare ciò che da piccolo non ha avuto il coraggio di fare nei confronti di un grande amico come Hassan. Salvando il figlio è come se volesse dimostrare la gratitudine che ha per il padre.

 
At 1:18 PM, Anonymous Anonimo said...

Il cacciatore di aquiloni è un romanzo molto toccante, realizzato da MArc Forster, e ambientato in Afghanistan.
TRAMA: Kabul 1978
Amir è figlio di Baba, un uomo facoltoso di etnia Pashtum. Il suo migliore amico è Assan, figlio del sevitore di casa e appartenente alla inferiore etnia degli HAzara.
Entrambi amano molto far volare gli aquiloni, per i quali sono previste gare che coinvolgono molti ragazzi della città. Amir che ha ritrovato la stima di suo padre proprio in seguito alla vittoria nela gara più importante, di lì a poco assiste (senza avere il coraggio di intervenire) alla sodomizzazione di Hassan, da parte di un terzetto di ragazzi ricchi e razzisti. Da quel momento Amir si porterà dentro un senso di colpa che lo allontanerà dall’amico che vede come denuncia vivente della sua vigliaccheria.
Finchè un giorno trasferitosi negli Stati Uniti, e diventò scrittore di successo, gli giungerà una telefonata…
COMMENTO PERSONALE:
Ma è piaciuta molto la visione di questo film, perché un po’, cioè per alcune cose mi sono ritrovata in un mondo non molto distante dal nostro.
E’ un film davvero emozionante, mi hanno emozionato molto tutti i personaggi, soprattutto Assan con la sua bontà. Nel film nascono sentimenti come l’amicizia, l’amore, la differenza generazionale, le difficoltà di parlare con il proprio genitore, e poi ancora il razzismo, la fuga alla ricerca di un a nuova vita e poi la ricerca delle proprie origini. Inoltre il film fa riflettere su culture diverse, sulla fragilità dei bambini, che è la stessa in tutto il mondo.
Infine la visione del cacciatore di aquiloni è molto commovente e invoglia a fare qualcosa di costruttivo per aiutare tutti quei bambini a cui davvero è stata negata l’infanzia.

 
At 2:45 PM, Anonymous Anonimo said...

IL CACCIATORE DI AQUILONI:
Il cacciatore di aquiloni è il primo romanzo dello scrittore americano di origine afgana Khaled Hosseini, pubblicato in Italia dalle Edizioni Piemme nel 2004. Narra la storia di Amir, un ragazzo afgano pashtun di Kabul, e del suo senso di colpa per il suo amico, Hassan, figlio del suo servo hazara.
Amir: è figlio di Baba, un uomo facoltoso di etnia Pashtun. Il suo migliore amico è Hassan, figlio del servitore di casa e appartenente alla inferiore etnia degli Hazara. Entrambi amano molto far volare gli aquiloni per i quali sono previste gare che coinvolgono molti ragazzi della città. Il vincitore è chi riesce a far restare il proprio aquilone in volo per ultimo dopo che tutti gli altri hanno avuto il filo tranciato. Amir, che ha ritrovato la stima di suo padre proprio in seguito alla vittoria nella gara più importante di lì a poco assiste alla sodomizzazione di Hassan da parte di un terzetto di ragazzi ricchi e razzisti. Da quel momento si porterà dentro un senso di colpa che lo allontanerà dall'amico che vede come
denuncia vivente della sua vigliaccheria..
Il film parla dell'amicizia di due bambini appartenenti a etnie e classi sociali differenti: Amir, figlio di uno degli uomini pashtun più influenti di Kabul, e Hassan, il suo piccolo servitore azara. Amir e Hassan sono inseparabili, accomunati anche dalla passione per le gare di aquiloni. Ma un tragico evento irrompe e sconvolge le loro vite: Amir assiste di nascosto allo stupro del suo giovane compagno di giochi da parte di un gruppo di teppisti. Quando le truppe sovietiche invadono il suo Paese, il bambino è costretto a fuggire negli Stati Uniti con il padre Baba, ma il senso di colpa per non aver aiutato il suo piccolo amico non lo abbandonerà più. Negli Stati Uniti cresce, si diploma, conosce Soraya, la donna che diventerò sua moglie, e pubblica il suo primo libro, coronando il sogno di diventare uno scrittore. Quando un giorno riceve nella sua casa di San Francisco una telefonata inattesa, Amir capisce che è giunto il momento di rimediare ai propri errori. Rahim Khan, un vecchio amico di Baba, lo prega di fare rientro nel suo paese: Sohrab, il figlio di Hassan ha bisogno del suo aiuto...Amir ritorna nel suo paese d'origine l'Afghanistan Dopo alcuni sacrifici incontra Sohrab e decide di portarlo con lui negli Stati Uniti. Questo viaggio fu l'occasione per Amir per riandare ai tempi della sua infanzia e della profonda amicizia con Hassan sullo sfondo delle vicende storiche del suo paese in guerra.
CONSIDERAZIONI PERSONALI:
Una bella storia. Questo film mi è rimasto impresso e la mia attenzione era rivolta soprattutto alla amicizia dei due ragazzi..Un film che ti fa capire in che stato si trovano nei paesi più poveri e cosa sono costretti a fare le persone che ci vivono. Nel film nascono sentimenti come l’amicizia, l’amore, la differenza generazionale, e poi il razzismo. Mi è piaciuto molto consiglio a tutti di vederlo.

 
At 12:49 PM, Anonymous Anonimo said...

Il cacciatore di aquiloni,film di Marc Forster,è un film che vuol farci conoscere una realtà come quella afghana afflitta dall'esaltazione religiosa.Questo film è ambientato nell'Afghanistan invaso dai russi e sottommesso al regime talebano.Parla di Amir,figlio di un uomo facoltoso, appartenente all'etnia Pashtun, Baba.Il miglior amico di Amir è Assan,un bambino Hazara figlio delloro servitore.La loro passione era quella di far volare gli aquiloni.Ben presto però ci fu un tragico evento che sconvolse le loro vite:dopo aver vinto la gara cittadina di aquiloni,Amir assiste di nascosto allo stupro del suo amico da parte di un gruppo di ragazzi razzisti,senza riuscir a intervenire.Con l'invasione delle truppe sovietiche,fu costretto a scappar negli Stai Uniti con suo padre,e con il senso di colpa per non aver aiutato il suo amico nel momento del bisogno,che lo perseguiterà per sempre.Negli Stati Uniti cresce,si diploma, conosce la sua futura moglie,e pubblica il suo primo libro.Un giorno,nella sua casa di San Francisco riceve una telefonata inattesa,da parte di Rahim Khan,un vecchio amico di famiglia,e capisce che è giunto il momento di riparar i suoi errori.Tornato in Afghanistan riesce a trovar il figlio del suo vecchio amico,Sohrab,e decide di portarlo con se negli Stati Uniti.

Considerazioni personali:
é un film che mi ha colpito,in quanto ci mostra una cultura completamente diversa dalla nostra,caratterizzata da una religiosità che permea tutti i valori sociali e culturali dell'Afghanistan,e,a nostro modo di vedere sono non soltanto inconsueti o strani,ma di un arrettrazza tale che sicuramente non si sposa con i moderni valori e rapporti che regolano il vivere della nostra società.

 
At 9:24 PM, Anonymous Anonimo said...

Credo che il film “IL CACCIATORE DI AQUILONI” sia uno dei più bei film che abbia mai visto.
Mi ha commosso in modo particolare per molteplici motivi. Inizialmente la storia di questo film è abbastanza tranquilla. Tuttavia, man mano che si susseguono le vicende,assume caratteristiche sempre più cupe e tristi, talvolta anche trucide...
credo che l'autore dell'omonimo libro volesse far conoscere come, in trent'anni, la vita in Afghanistan fosse radicalmente cambiata e avesse provocato terribili conseguenze sui suoi abitanti (PER VIA DELL'INSTAURAZIONE DEL REGIME TALEBANO). Infatti nel film, in generale potrei dire che la situazione in Afghanistan, inizialmente si possa definire tranquilla. La trama si basa sull'amicizia tra due bambini afghani ma di etnie diverse: uno si chiama Amir, l'altro Hassan. Quest'ultimo purtroppo appartiene a un'etnia non molto gradita ai fanatici del tempo, e in un giorno di gara di caccia agli aquiloni, nella quale Hassan si rivela molto pratico, Amir assiste a una scena in cui il suo amico viene violentato da dei bulli fanatici. Il ragazzo non fa nulla per impedire tutto ciò che accade davanti ai suoi occhi, e si porta nella coscienza questo immenso senso di colpa per moltissimi anni.
Per questo motivo, ho trovato il personaggio di Amir un po' vigliacco, ma allo stesso tempo molto ingenuo e molto fragile, non essendo riuscito, per la paura, a difendere il proprio amico...
Alla fine del film, trovo che Amir si sia rivelata una persona speciale e di una generosità incredibile, in quanto, dopo aver saputo da un vecchio amico del padre che il suo caro amico Hassan era morto fucilato dai Talebani, lasciando un bambino di 10 anni, fa tutto il possibile perchè questo bambino viva una vita felice, e, compiendo un gesto bellissimo, lo adotta portandolo in America a vivere insieme a lui e a sua moglie.

 
At 12:47 PM, Anonymous Anonimo said...

Il film “il cacciatore di aquiloni” (di Marc Forster) è tratto dall’omonimo romanzo, narra la storia di Amir, un bambino che vive la sua infanzia in Afghanistan negli anni ‘70; il migliore amico di Amir è Hassan, un bambino che spesso viene discriminato dai coetanei e non solo perché appartenente all’etnia degli Hazara. Hassan e suo padre lavorano come servi a casa di Amir.
Amir tuttavia è spesso geloso di Hassan, sia per il suo coraggio, sia per la sua abilità e le sue capacità per quanto riguarda il far volare gli aquiloni: di conseguenza Amir fa di tutto per far allontanare Hassan dalla sua famiglia, e ci riesce. In seguito all’occupazione dell’Afghanistan da parte dei talebani, Amir e suo padre Baba lasciano la loro patria per trasferirsi negli Stati Uniti. Dopo quasi vent’anni (nel 2000) Amir riceve una telefonata che lo invita a recarsi immediatamente in Afghanistan: qui scopre che lui e Hassan in realtà erano figli dello stesso padre e che Hassan è stato ucciso; di conseguenza ha il dovere morale di cercare il figlio di Hassan e portarlo a vivere con lui e sua moglie negli Stati Uniti, e dopo varie vicissitudini ci riesce.
A mio parere il film “il cacciatore di aquiloni” è un film molto interessante, molto istruttivo e molto realistico, anche se tuttavia non è stato di mio gradimento. Penso che il regista abbia puntato molto sul dare rilievo alla storia di amicizia dei due bambini, ma tuttavia le scene del film avevano per la maggior parte conclusioni troppo scontate che tutti noi abbiamo già visto in decine di film.

 
At 1:26 PM, Anonymous Anonimo said...

Il cacciatore di aquiloni è un film del 2007 diretto da Marc Forster, tratto dall'omonimo best-sellers di Khaled Hosseini, scrittore americano di origine afgana.
Tratta di una storia di amicizia attraverso trent’anni di storia afgana.
C’è stato un tempo in cui Kabul era una città in cui volavano gli aquiloni e in cui i bambini davano loro la caccia. Amir e Hassan hanno trascorso lì la loro infanzia felice e formavano una coppia eccezionale nei tornei cittadini di combattimenti tra aquiloni.
Niente al mondo però può cambiare certi dati di fatto: l’uno Pashtun, l’altro Hazara; l’uno sunnita, l’altro sciita; l’uno padrone, l’altro servo.
Amir, il ricco, era il pilota; Hassan, il servo, era il suo secondo.
Poi però gli aquiloni non volarono più. E’ una storia di padri e figli, di amicizia e tradimento, di rimorso e redenzione, di fughe e ritorni sullo sfondo di un Afghanistan schiacciato dalla morsa sovietica prima e dai talebani poi. Amir, figlio di un ricco uomo d’affari, viveva con il padre Baba in quella che era considerata da tutti la più bella casa di Wazir Akbar Khan, un nuovo quartiere nella zona nord di Kabul. Anche Hassan viveva con il padre Ali, in una capanna di argilla, all’ombra del nespolo situato all’estremità meridionale del giardino della casa di Baba e Amir.
Ma un giorno, sotto gli occhi dell’amico, qualcosa di terribile accadde ad Hassan.
Amir commise una colpa terribile e l’armonia tra i due si infranse.
Amir è adulto e vive da ormai vent’anni in America, dove è fuggito con il padre. E, quando una telefonata inaspettata lo raggiunge a San Francisco, comprende che deve partire e tornare a casa.
Un viaggio di ritorno, un viaggio dentro di sé, un viaggio di espiazione, un viaggio di riscatto. Ricordi assordanti e prorompenti, sensazioni sopite ma mai dimenticate. Ad attenderlo non ci sono però solo i rimorsi e i fantasmi della sua coscienza; quella che una volta era casa e patria è ora una landa desolata, terra di relitti umani. Qui avere un padre o un fratello è una vera rarità, dopo gli indiscriminati stermini dei talebani: incrociare il loro sguardo, il più delle volte, significa tortura e morte.
Amir e Hassan, indivisibili, amici, "fratelli".
Amir, la codardia, l’incapacità di difendere chi tanto lo ama, di difendere se stesso, l’incapacità di gestire l’insostenibile senso di colpa, se non allontanando, in modo meschino, il piccolo Hassan da casa.
Hassan dagli occhi grandi, dagli occhi puri, innocenti, servo fedele, amico leale, costretto a pagare un atto di violenza razziale, pur di difendere l’aquilone cacciato e catturato per Amir, pur di non tradire quel “noi” in cui tanto crede, quel “noi” per cui darebbe la vita intera.
Hassan, il coraggio.
In Afghanistan, dove è stato girato, il film è stato censurato e i protagonisti sono stati costretti ad espatriare, poiché il libro, e ovviamente anche il film, parlano di una condizione di pace, una possibile amicizia (e anche senso di fratellanza) fra due etnie diverse (i Pashtun e gli Hazara).

 

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