martedì, febbraio 12, 2008

Il vangelo secondo Precario di S. Obino

“Il lavoro ti vincola, perderlo non ti libera”
Film prodotto dal basso, con sottoscrizioni di 10 euro raccolte su internet che danno diritto a una copia del dvd e al proprio nome nei titoli di coda, Il Vangelo secondo precario narra quattro storie di ordinaria flessibilità: Dora è una stagista televisiva a cui vengono rubate le idee, Franco è un'aspirante scrittore che per vivere fa l'agente finanziario, Mario è un avvocato che aspetta di poter diventare socio di uno studio legale e Marta fa indagini per conto dell'Ixtat. Su tutti vigila San Precario, un pugile morto per sbaglio, delegato all'archiviazione delle preghiere dei precari. Se vi aspettate un film che rimarrà nella storia del cinema non è questa l'opera che fa per voi. Se invece pensate a un progetto che si concretizza mettendo insieme forze che la società contemporanea tende sempre più ad isolare nella lotta quotidiana per la sopravvivenza allora è bene che vediate e sosteniate questo film che ci ricorda in modo semplice ma efficace che la difesa vera della famiglia la si fa difendendo i principi ma anche e soprattutto consentendo alle famiglie di formarsi. La coppia che alla fine desidera mettere al mondo un bambino sa quanto è difficile poter pensare di farlo crescere ed educarlo adeguatamente con un lavoro che oggi c'è e domani non si sa. Perché, come afferma la prima didascalia, "Il lavoro mobilita l'uomo". Dal regista e dalla sceneggiatura ci si sarebbe invece aspettato un coraggio maggiore. Perchè voler legare a tutti costi le quattro storie (4 bei cortometraggi) mediante il personaggio del pugile che rallenta il ritmo narrativo e che è improbabile come il nome del suo allenatore (Ciclamino)? Questo però non sminuisce la bontà dell'idea. Ora si è cominciato. Si può andare avanti e migliorare. Tre stelle per l'impegno profuso.
(recensione di Giancarlo Zappoli su Mymovies.it)

martedì, febbraio 05, 2008

La sanità è un lusso ? di S. Rimini (RAI Report)

Dei 26 milioni di Italiani che si presentano ogni anno spontaneamente al Pronto Soccorso, 8 su 10 non hanno patologie gravi. Potrebbero stare a casa o essere curati dal medico di famiglia, ma non conviene: una prestazione dallo specialista la paghi 120 euro, mentre al Pronto Soccorso ti costa al massimo 25 euro. Invece in America uno ci pensa due... (in questa pagina di RAI Report trovi il testo integrale e il video della puntata del 24.04.2005)