martedì, marzo 20, 2007

L'uomo flessibile di Stefano Consiglio

Nove storie, dal nord al sud, un viaggio simbolico senza confini geografici, per raccontare la realtà del lavoro flessibile. Una realtà ansiogena per la fatica dei tempi e dei ritmi, o per la paura che la flessibilità si trasformi in precarietà. I protagonisti assoluti sono loro, i lavoratori flessibili, e i loro racconti di vita quotidiana. Marito e moglie che lavorano in una fabbrica del nord-est e hanno scelto di fare i turni opposti “così i figli non restano mai soli”. Risultato: non possono mai dormire insieme, né mangiare insieme, né avere una vita sociale. Un operaio cattolico, molto osservante, che si ribella al lavoro domenicale perché in contrasto con la sua fede e il suo desiderio di passarle in chiesa le domeniche, e non in fabbrica. Una ventiquattrenne di Catania che da cinque anni lavora, in nero, come cameriera nei pub per pagarsi l’università e non riesce a progettare il proprio futuro. Un giovane psicologo che lavora in un centro per disabili mentali, che confessa come la precarietà del suo lavoro – che pure considera bellissimo – gli impedisca di intensificarsi con quello che fa.....

continua su Documè (Circuito indipendente del documentario etico e sociale)
Antonio Albanese recita frammenti del “Diario postumo di un lavoratore flessibile” scritto da Luciano Gallino

domenica, marzo 11, 2007

Una scomoda verità

In seguito alla bruciante sconfitta - per una manciata di voti - contro George W. Bush alle presidenziali americane del 2000, l'ex vicepresidente dell'era Clinton, Al Gore, è tornato a impegnarsi attivamente su temi ambientalisti, girando il mondo e tenendo conferenze su cause e pericoli dell'effetto serra. Nel documentario, presentato fuori concorso al Festival di Cannes 2006, il politico di fede democratica spiega con un linguaggio alla portata di tutti le ragioni del surriscaldamento globale e i rischi ai quali è esposto l'intero pianeta, intrecciando nel discorso ricordi e filmati personali. Il film è stato presentato al Sundance Festival e a Cannes 2006 (recensione su delcinema.it)